Ogni anno, la giuria internazionale di DIG premia i migliori lavori di giornalismo investigativo tra centinaia di proposte, premiando l’eccellenza e il coraggio di reporter da tutto il mondo. Quest’anno la giuria dei DIG Awards 2022 è composta da:

Mads Brügger (Presidente)
Mads Brügger è un giornalista, conduttore televisivo, autore e regista danese. Brügger ha scritto diversi libri, ha lavorato per riviste e giornali, ha prodotto programmi radiofonici pluripremiati e ha condotto programmi televisivi acclamati dalla critica. Brügger è noto per i suoi metodi distintivi di “giornalismo performativo”, in cui si infiltra in vari ambienti usando tecniche undercover. Ha diretto lungometraggi documentari come The Red Chapel (2009), vincitore al Sundance, The Ambassador (2011) e Cold Case Hammarskjöld (2019). Il suo ultimo film è The Mole: Undercover in North Korea (2020).

Maria Bonsanti
Maria Bonsanti è vicedirettrice del CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, di cui fanno parte la Scuola Nazionale di Cinema e la Cineteca Nazionale. In precedenza Maria si è affermata nel mondo del documentario, lavorando a rassegne importanti come il Festival dei Popoli di Firenze e il Cinéma du Reel di Parigi, di cui è stata direttore artistico per cinque anni. Ha inoltre collaborato spesso per il Festival di Locarno. Dal 2017 al 2022 è stata direttore di Eurodoc – International Lab for Creative Documentary Production.

Tim Travers Hawkins
Tim Travers Hawkins è un documentarista nominato agli Emmy Awards. Il suo primo lungometraggio XY Chelsea ritrae la vita della whistleblower Chelsea Manning dopo la sua uscita di prigione, dove era stata rinchiusa per aver divulgato 300.000 documenti riservati a Wikileaks. Da allora ha diretto film per Netflix, Paramount e HBO e The Guardian; ha collaborato alla realizzazione di un videogioco e a progetti interattivi; attualmente sta sviluppando un progetto sperimentale in realtà virtuale che esplora la simbiosi tra corpo e ambiente.

Gabriela Manuli
Gabriela Manuli è vicedirettrice del Global Investigative Journalism Network (GIJN), un’associazione di 235 organizzazioni non profit in 89 Paesi che si dedicano al giornalismo investigativo. Nel 2019 ha co-fondato il GIJN Women Group, una rete creata per discutere le questioni relative alle donne e alle giornaliste investigative non binarie. Originaria dell’Argentina (e attualmente residente a Budapest, in Ungheria), è giornalista da oltre 20 anni (lavora per radio, TV, riviste e quotidiani) e vanta una vasta esperienza internazionale in America Latina, Europa e Stati Uniti.

Alexandre Brachet
Alexandre Brachet è produttore di documentari, amministratore delegato e fondatore di Upian. Fondata nel 1998 e basata a Parigi, Upian è una casa di produzione interattiva che sviluppa progetti nei campi del giornalismo, della politica e del cinema documentario.

Anne Koch
Anne Koch è Program Director del Global Investigative Journalism Network (GIJN). In precedenza, ha lavorato come giornalista e dirigente in ambito mediatico per oltre 20 anni, soprattutto per la BBC, prima di diventare direttrice della ONG anticorruzione Transparency International. La sua pluripremiata carriera nel giornalismo della BBC ha incluso il ruolo di vicedirettrice dell’English World Service e di redattrice esecutiva dei programmi radiofonici di punta e di attualità della BBC. Ha prodotto o curato oltre cento documentari.

Andrea Scrosati
Andrea Scrosati è Group Chief Operating Officer e CEO Continental Europe di Fremantle. Ad Andrea fanno capo diverse funzioni globali dell’azienda, tra cui Global M&A, Global Strategy, Global scripted (All Drama e Film), Global Documentaries. Ad Andrea fanno riferimento, tra le altre, Element Pictures, Wildside, The Apartment, Lux Vide, Miso Films, Kwai e questi territori: Francia, Spagna, Portogallo, Italia, Germania, Olanda, Belgio, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Polonia, Israele. Prima di entrare in Fremantle nel 2018, Andrea è stato EVP Programming di Sky Italia per otto anni.

Margherita Pescetti
Margherita Pescetti è una regista e videomaker italiana di documentari. Dopo la laurea in Antropologia sociale, si è avvicinata al linguaggio del cinema documentario e ha proseguito gli studi con un master in sceneggiatura e una serie di corsi di regia documentaria tenuti da importanti registi. Il suo ultimo documentario Life is but a dream – uscito nel 2018 e selezionato in numerosi festival internazionali – è stato premiato con il Premio del Pubblico al 59° Festival dei Popoli e con il Miglior Documentario al 26° Visioni Italiane.

Marco Nassivera
Marco Nassivera è un convinto europeista. Nato in Francia da genitori italiani, lavora da 30 anni per l’emittente televisiva franco-tedesca ARTE. Ha iniziato come reporter per i telegiornali. Nel 2000 ha creato la rivista internazionale di notizie ARTE Reportage. Dal 2013 è direttore del telegiornale ed è quindi responsabile delle notizie quotidiane, dei reportage internazionali e dei programmi di geopolitica, inchiesta e documentari internazionali.

Juliana Ruhfus
Juliana Ruhfus è una pluripremiata giornalista investigativa e regista che si divide tra il lavoro in televisione e la direzione del Dart Centre for Journalism and Trauma. È nota soprattutto come volto della serie settimanale d’inchiesta e d’attualità di Al Jazeera English People & Power, per la quale ha realizzato oltre cinquanta documentari e progetti innovativi di giornalismo interattivo. Più recentemente ha lavorato come produttrice esecutiva per BBC World Service Investigations e ha ricevuto un finanziamento per scrivere una serie televisiva di fiction.

Claudine Blais
Claudine Blais è visiting professor presso l’Università di Montréal, dove insegna giornalismo investigativo. Ha lavorato per 28 anni per Radio-Canada, dove è stata caporedattrice del programma Enquête. Claudine Blais si è distinta anche per aver stretto collaborazioni con organizzazioni internazionali di giornalismo investigativo. Il programma Enquête è stato associato per diversi anni all’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), che ha portato a inchieste eccezionali come quella dei “Panama Papers”. Claudine ha anche avviato la creazione della rete francofona del Global Investigative Journalism Network (GIJN).
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