
Questo documentario rivela l’impatto mortale dell’inquinamento atmosferico tossico dei giganti del petrolio, che espone i bambini a rischio di cancro e mette in pericolo il pianeta con emissioni nascoste di gas serra. Il film si incentra in particolare sull’Iraq, dove i profitti delle compagnie petrolifere hanno la priorità sui diritti umani, sulla salute e sul clima.
Il documentario svela come i giganti del petrolio stiano effettuando il flaring – la combustione di gas di scarto durante l’estrazione del petrolio – illegalmente e vicino alle comunità locali. Il team del documentario entra, sotto copertura, all’interno del secondo più grande giacimento petrolifero del mondo, Rumaila, gestito dal gigante petrolifero britannico BP, che è pesantemente sorvegliato da milizie e società di sicurezza private.
Qui incontrano Ali, 18 anni, sopravvissuto alla leucemia, che vive in una città dove il cancro è “comune come l’influenza” e si interfacciano con il professor Shukri Hassan, scienziato ambientale, mentre effettua il primo monitoraggio dell’inquinamento a Rumaila e in altre comunità petrolifere.
Utilizzando i dati satellitari, il film svela come la BP non stia nemmeno contando le emissioni provenienti dall’Iraq e come le sue emissioni da un solo giacimento petrolifero siano superiori al totale di quelle che ammette di produrre a livello globale.